Dal laboratorio di scrittura creativa Omero
Beatrice aveva deciso di scendere le scale. Sei piani a piedi l’avrebbero sicuramente aiutata a scaricare la tensione. Quella telefonata, nel pomeriggio, era stata davvero un fulmine a ciel sereno. Erano tre anni che l’aspettava e ormai aveva davvero perso le speranze nonostante avesse scoperto quanto fosse paziente e caparbia. Ma Beatrice era stata anche sempre molto orgogliosa e la sua fresca età ribelle non l’aveva di certo aiutata a smussare quel lato del suo carattere. Aveva deciso che non sarebbe andata all’appuntamento. Alle 21 al Parco dei Fiori le aveva detto Stefano. Ricordi? Lì ci siamo incontrati la prima volta, aveva aggiunto lui con la sua inconfondibile dolcezza. Eh si era stata proprio la sua vena poetica che da subito aveva catturato il suo cuore. Ma che sfacciato continuava a ripetersi Beatrice mentre ormai era già salita in macchina. Quando iniziarono a frequentarsi e poi finalmente si misero insieme, a Beatrice sembrò di sognare. Come era stato possibile che quel ragazzo bellissimo con gli occhi azzurri e dall’animo sconfinato volesse proprio lei? Eppure lui l’adorava, l’aveva amata immediatamente perché solo con lei era capace di essere felice, di sognare, di affrontare le difficoltà, di vivere insomma. Poi, improvvisamente, iniziarono i primi litigi, le incomprensioni e quell’amore che sembrava tanto solido iniziò a sgretolarsi. Nessuno dei due in fondo fu disposto a trovare un compromesso, a cedere un pezzettino di sé per l’altro e l’incantesimo si spezzò. Era il 5 Aprile. L’ennesima litigata violenta. Stefano prese la decisione più difficile della sua vita: la riaccompagnò a casa e da quel giorno decise di mettere un muro invalicabile tra di loro. Beatrice tentò in ogni modo di chiarire, di riavvicinarsi a lui, di instaurare un nuovo dialogo. Ma Stefano aveva deciso che non sarebbe più tornato indietro. Aveva deciso che prima o poi avrebbe smesso di soffrire per lei. Non gli importava quanto tempo ci sarebbe voluto perché sapeva quanto l’amava e quanto avrebbe continuato ad amarla nonostante le avesse urlato il contrario. Le aveva mentito ma in quel momento aveva creduto che fosse la cosa giusta. Il suono di un clacson scosse Beatrice dai suoi lontani pensieri malinconici. Era finalmente scattato il verde. Si accorse che stava piangendo e le lacrime le bruciavano il viso. Erano amare come erano stati amari quei tre anni senza di lui: senza sentire la sua voce, senza sfiorare il suo corpo, senza poterlo amare ed essere amata. Era ormai quasi arrivata in quel parco pieno di ricordi dove tutto era iniziato e tutto era finito. Le tremavano le gambe ma soprattutto la voce, i pensieri. Aveva paura che lui se ne accorgesse. Ma voleva mostrarsi forte e sicura di sé: lo doveva a se stessa e al suo dolore. Parcheggiò la macchina e prima di scendere per l’ultima volta controllò il trucco. Le lacrime l’avevano resa più bella e quella matita verde dentro gli occhi la portò di nuovo indietro nel tempo.. Ma lo sai che i tuoi occhi mi piacciono da impazzire con quel verde che ti colora lo sguardo?? Per un attimo ebbe la sensazione di sentire la sua voce.. ma fu solo un attimo.. quella voce familiare usciva dalla radio.. era l’intramontabile voce di Ron mentre cantava “Vorrei incontrarti fra cent’anni”. Stefano gliel’aveva cantata spesso. Era la loro canzone. “Vorrei incontrarti fra cent’anni” continuava a sussurrare Beatrice..
Insomma in quei tre anni lei non aveva fatto altro che aspettare quel momento e prepararsi al fatidico ritorno del suo grande perduto amore. Perché lui sarebbe tornato prima o poi. Era stato il suo cuore a dirglielo.
Scese dalla macchina.. le parole della canzone le rimbombavano ancora nella testa.. si sentiva stordita, confusa.. Da lontano scorse una sagoma familiare.. Stefano era già arrivato e improvvisamente le balenò nella testa una domanda che fino a quel momento aveva evitato di porsi. Il cuore iniziò a battere ancora più forte.. ebbe paura che da un momento all’altro potesse balzarle fuori dal petto..
Cosa voleva veramente Stefano da lei? Perché aveva deciso di rompere quel silenzio? E lei che ci faceva lì?? Li dividevano solo 100 metri e in quel momento capì che lei non era ancora pronta.. forse si sarebbero incontrati fra cento anni.. chissà.. Forse no.. Pianse tutte le lacrime che aveva dentro.. lo guardò ancora una volta e poi se ne andò via senza voltarsi.
Giorgia Gazzetti
Insomma in quei tre anni lei non aveva fatto altro che aspettare quel momento e prepararsi al fatidico ritorno del suo grande perduto amore. Perché lui sarebbe tornato prima o poi. Era stato il suo cuore a dirglielo.
Scese dalla macchina.. le parole della canzone le rimbombavano ancora nella testa.. si sentiva stordita, confusa.. Da lontano scorse una sagoma familiare.. Stefano era già arrivato e improvvisamente le balenò nella testa una domanda che fino a quel momento aveva evitato di porsi. Il cuore iniziò a battere ancora più forte.. ebbe paura che da un momento all’altro potesse balzarle fuori dal petto..
Cosa voleva veramente Stefano da lei? Perché aveva deciso di rompere quel silenzio? E lei che ci faceva lì?? Li dividevano solo 100 metri e in quel momento capì che lei non era ancora pronta.. forse si sarebbero incontrati fra cento anni.. chissà.. Forse no.. Pianse tutte le lacrime che aveva dentro.. lo guardò ancora una volta e poi se ne andò via senza voltarsi.
Giorgia Gazzetti
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