martedì 7 agosto 2007

Le Trappole della Droga



Il dibattito sulle droghe si riaccende il 13 novembre 2006 con un provvedimento emanato dal Ministro della Salute Livia Turco che ha innalzato da 500 a 1000 milligrammi il quantitativo massimo di cannabis espresso in principio attivo, detenibile ad uso esclusivamente personale.Il 30 novembre in Commissione sia la maggioranza che l’opposizione hanno bloccato il decreto ministeriale. Pertanto resta invariata la legge Fini-Giovanardi. Ma 9 milioni di persone approvano l’utilizzo della cannabis e non lo ritengono dannoso.Abbiamo chiesto alla gente perché i giovani fanno uso di stupefacenti. E la testimonianza di un ex-tossicodipendente, Filippo, che ha ricostruito ormai da 5 anni la sua vita dentro la comunità di Nuovi Orizzonti, ha dato luce a questa realtà, piena di ombre e di oscurità restituendo speranza e coraggio.I dati sono allarmanti e invitano alla riflessione. Soltanto nel 2001 i morti per droga sono stati 822 e sempre nello stesso anno 2 milioni di persone hanno fatto uso di cannabis. Nel 2005 ne hanno fatto uso 3,8 milioni di persone di cui 500 mila hanno un’età compresa tra i 19 e i 21 anni. Anche gli adolescenti sono a rischio. Secondo la Relazione annuale del Parlamento sulle tossicodipendenze i ragazzi a 15 anni non sono più consumatori occasionali e ad 11 anni hanno provato il primo spinello.Ma quali sono i rimedi?Il primo e più efficace argine alla droga era e resta la famiglia. La famiglia può chiedere l’aiuto e il sostegno sia al servizio pubblico attraverso il SERT locale, cioè il Servizio pubblico per le tossicodipendenze, istituito dalla legge 162 del 1990, in cui vi lavorano medici specialisti e sia alle comunità terapeutiche che sono quasi 1.200 nel nostro paese.Importante ricordare che nessun ambiente ne è esente, nessuna famiglia può dire di esserne al riparo. Molti sono giovani, ribelli, insospettabili. Non esiste più il tossico di una volta, col laccio legato all’avambraccio. La droga oggi è faccenda pulita. Vanno piuttosto di moda la pasticca o la sniffata, preferibilmente per lo sballo del fine settimana. E quasi più nessuno si considera dipendente.Come arginare il fenomeno droga e limitarne i danni? Come aiutare un giovane ad uscire fuori dalla trappola?Innanzitutto per primo deve volerlo. E in secondo luogo occorre ricreare quel dialogo generazionale fra genitori e figli oggi interrotto dalla cosiddetta società dei desideri, del tutto subito e ad ogni costo; occorre recuperare il valore del tempo da trascorrere insieme nella dimensione di una comunicazione autentica, capace di critica nei confronti dei valori dominanti; occorre che la scuola torni ad essere per i giovani un luogo di maturazione culturale affettiva e civile. Occorre che la società sia in grado di proporre ai giovani possibilità di auto realizzazione.Ed è necessario combattere mafie e bande criminali e tutelare la collettività dal comportamento violento, insano, pericoloso di quei singoli che hanno perso l’orientamento.Recitava così lo slogan della campagna internazionale 2006 lanciata dall’Uffcio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine per sensibilizzare l’opinione pubblica sul potere distruttivo delle droghe e responsabilizzare la società affinché il benessere dei bambini sia sempre una priorità:“Drugs are not child’play”, “Le droghe non sono un gioco da ragazzo”.Non dimentichiamolo.Giorgia Gazzetti

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