domenica 12 novembre 2006

Il Fidanzamento


3 Novembre 2006 Don Giuseppe nella Chiesa di San Paolo Apostolo a Frosinone


“Non t’ho chiesto di fare l’amore, mi interessava solo il tuo cuore,
il tuo sorriso e le tue parole, i sentimenti fatti crescere insieme.”

Questi primi due versi de “L’avventura di un amore sincero” di Giosy Cento sono molto significativi per introdurre il tema che è stato trattato in occasione del secondo incontro di Parola e vita presso la parrocchia di S. Paolo Apostolo il 3 novembre scorso: il fidanzamento.
Numerosi i giovani e gli adulti che hanno accolto l’invito e che, con interesse, hanno seguito le riflessioni di Don Sergio e di Don Domenico (vice direttore di Sat 2000) sul fidanzamento.

Don Sergio ha portato l’esempio dell’amore profondo e sincero tra Maria e Giuseppe come testimonianza di un amore più grande, quello di Dio, in cui l’umanità intera trova la salvezza dal peccato.
Maria e Giuseppe, fidanzati, chiamati dal Signore, seguono la sua volontà e decidono per amor suo, di rinunciare al loro progetto di costruirsi una famiglia secondo la tradizione ebraica.

Apri il cuore, non temere, egli sarà con te.

Diversa è l’esperienza vissuta da Osea, re del regno sud di Israele, discendente di Davide, tradito sia dalla moglie che dal suo popolo, continua Don Sergio.
Ma Osea decide di seguire l’esempio del Signore: restituire dignità alla moglie e provvedere al suo popolo nonostante l’inganno.
Dio è il Dio della remissione, dell’accoglienza, della fedeltà e questo nella nostra esperienza di giovani e cristiani deve aiutarci a comprendere l’altro e ad essere capaci di perdonare l’amato anche quando ci fa del male.

“La farò nuovamente mia sposa, la fidanzerò a me e conoscerà il Signore”

I giovani sono alla continua ricerca dell’amore e del calore dell’altro ma è sempre più forte la sensazione che in fondo i giovani non sappiano cercare o non vogliano davvero trovare l’altro.
Comunque Dio ha un progetto per ogni coppia di fidanzati che vivono la loro esperienza in modo cristiano. Attraverso il fidanzamento la coppia vive un’esperienza nuova che non può che arricchire l’animo dei due innamorati. Ma solo l’amore che è orientato verso l’altro è vero amore, come l’amore perfetto tra Giuseppe e Maria.
È importante non cadere nella trappola di amare avendo al centro del proprio mondo se stessi e non l’altro.

“Tu che nel silenzio parli
solo tu, che vivi nei miei giorni,
puoi colmare la sete che c’è in me
e ridare senso a questa vita mia
che rincorre la sua verità.

Don Sergio a conclusione della sua riflessione ci ricorda che il buon cristiano deve essere disponibile ad accogliere il progetto di Dio, a vivere l’amore con il partner come l’ombra di un amore più grande e ad essere pronti a vedere l’altro come il dono che il Signore ci fa.

“Vivere la vita
e inabissarti nell’amore è il tuo destino,
è quello che Dio vuole da te”


La riflessione di Don Domenico ci porta ai giorni nostri a partire dalla considerazione che oggi la parola fidanzamento è entrata in disuso e si preferisce ad essa un linguaggio più informale del tipo “Stiamo insieme”, “È la mia ragazza”.
Dunque il linguaggio e le sue trasformazioni sono senza dubbio una spia interessantissima dei movimenti in atto nel tempo.
Secondo un sociologo, Z. Bauman, l’amore è una relazione fluida e liquida come quando si decide di chattare e ad ogni istante, con un semplice click, si può decidere di interrompere la conversazione.
Se è vero che l’uomo non ha mai smesso di cercare l’incontro con l’altro e che l’amore attrae e seduce è anche vero che spesso si scappa di fronte ad essi.
La moda dei lacci sciolti sembra essere il riflesso di una realtà in cui di fronte ad una relazione si ricercano fughe multiple.
Negli USA si parla da tempo di relazioni in cui si vive “separati insieme”.
Don Domenico sottolinea il fenomeno dell’analfabetismo dei sentimenti, che colpisce tanto i giovani quanto gli adulti: non siamo più capaci di esprimere quello che proviamo a causa di un blocco affettivo, di una inibizione sociale.
Da una parte il fatto che non si riesca a comunicare ciò che si sperimenta dentro, come se il cuore fosse atrofizzato, dipende da una ragione di lungo periodo: la cultura ha molto enfatizzato la scienza, la tecnica e ha indebolito il cuore, il sentimento.
Nella Bibbia, nel Vangelo come nelle tragedie greche il cuore e le dinamiche affettive sono la parte essenziale che caratterizza l’uomo e i personaggi.
Invece in epoca moderna si ragiona piuttosto in categorie matematiche, scientifiche considerando tutto ciò che appartiene alla sfera sentimentale di categoria inferiore.

Ma Pascal ci ricorda che “Ci sono della ragioni del cuore che la ragione non conosce”

L’educazione del sentimento è fondamentale perché è quella che finisce per decidere anche dell’altro. Ognuno deve decidere di percorrere la strada degli affetti, di rieducarsi a questi valori e a capire che gli altri non sono usa e getta, a seconda di bisogni o calcoli.
Don Domenico non poteva essere più calzante nel ricordarci che la canzone di Vasco Rossi “Siamo soli” non è altro che l’epilogo di una vita in cui la dimensione affettiva non si è sviluppata, riducendosi alla solitudine.

A conclusione del suo intervento Don Domenico ci suggerisce tre regole da seguire affinché la dimensione affettiva cresca:
- ascoltare se stessi e l’altro. Solo imparando ad ascoltare è possibile entrare in relazione con il partner e decentrarsi nel suo mondo.
Le emozioni non nascono da noi ma muovono a noi, dipendono dall’altro e richiedono tempo. Nella nostra società della gratificazione istantanea è sempre più difficile applicare la logica dell’ascolto, facendo spesso scelte che producono risultati immediati.

- acquisire un cuore che sa pensare. Non è vero che l’amore è cieco o che si pensa solo con la testa. Bisogna eliminare queste credenze perché in realtà la dimensione psichica e fisica non possono essere scisse. Ragione e sentimento camminano insieme con la volontà.

- sperimentare il brivido autentico dello slancio, dopo aver imparato a sentire l’altro e a mettere insieme sentimento e ragione.

L’amore è un grande mistero che ci supera e ci sovrasta e che sa ancora stupirci e disorientarci. Non esistono polizze assicurative che proteggano dalle delusioni d’amore o dai rischi che si possono correre.

Io credo nel tuo amore bambino, vergine, innocente e mo sento cretino.
Io credo nell’amore come lo vuole Dio, inferiore a nessuno.
Qui davanti ala mia coscienza, nel silenzio di questa stanza,
qui davanti all’amore eterno, saremo insieme come il primo giorno.
Questa è l’alba dell’more totale e per noi due non sarà uguale,
non sarà vecchio, non sarà banale, sarà giovane in noi.

Giorgia Gazzetti

2 commenti:

Davidoff ha detto...

Fa piacere scoprire che non sei l'unico a vivere la fede cattolica..e vedere che si ha il coraggio di scrivere su un tema così delicato come il fidanzamento..!

Ps=perché non si può commentare il tuo ultimo post sullo spot tim-ciociaria..?

Giorgia Gazzetti ha detto...

Ciao Davidoff mi sn appena accorta che hai letto il mio articolo e sn felice che nn ti sia lasciato scoraggiare dalla lunghezza!
Giorgia