da Roma Sette.it
Alcuni suggerimenti dal dottor Landi, ricercatore dell'Istituto di Medicina interna e Geriatria dell'Università Cattolica: coprirsi la testa con un cappello ed evitare gli sbalzi di temperatura di Giorgia Gazzetti
L’allarme caldo è arrivato. Se si accusano stanchezza, diminuzione dell’appetito o lievi disturbi cognitivi è bene prestare la massima attenzione: si corre il rischio di disidratazione. Parola di Francesco Landi, ricercatore dell’Istituto di Medicina interna e Geriatria dell’Università Cattolica, che raccomanda alle famiglie di non lasciare da soli gli anziani, soprattutto quelli non autosufficienti o affetti da malattie croniche, quando le temperature raggiungono livelli da record.
Esistono categorie maggiormente a rischio caldo?
Sicuramente i bambini e gli anziani, soprattutto quelli affetti da malattie croniche (cardiovascolari, respiratorie) o da diabete. Insomma tutti quei soggetti più deboli che, con il caldo, rischiano di debilitarsi ancora di più a causa delle modifiche che il proprio corpo subisce, come una maggiore sudorazione o il rischio di disidratazione. Con il caldo, inoltre, spesso diminuiscono l’appetito e il bisogno di bere: due fattori che incidono negativamente soprattutto sugli anziani, ai quali si consiglia di ridurre al minimo le attività fisiche. Di fronte a questo tipo di emergenza è anche importante adattare la terapia che il paziente sta seguendo alla nuova condizione climatica, fattore che, invece, viene troppo spesso trascurato.
Uno stile di vita ed alimentare adeguato può aiutare l’anziano a soffrire di meno il caldo?
Certamente sì. Gli anziani, ma anche i bambini, i ragazzi e gli adulti, dovrebbero evitare di esporsi al sole nelle ore più calde ed uscire, quindi, la mattina presto o nel pomeriggio, sul tardi. Indossare abiti di cotone, preferibilmente chiari e non molto stretti e coprirsi il capo con un cappello per evitare le insolazioni. E questo vale sia per chi si trova al mare sia per chi resta in città. Inoltre, ognuno dovrebbe bere almeno due litri di acqua al giorno, evitando le bevande gassate e gli alcolici. Io consiglio sempre un’alimentazione ricca di frutta e verdura, per integrare l’organismo con vitamine e sali minerali di cui il corpo ha particolarmente bisogno quando le temperature sono eccessivamente alte.
Esistono sintomi particolari di malessere da caldo?
Stanchezza, fragilità, lievi disturbi cognitivi e del comportamento potrebbero indicare che il soggetto è disidratato e che sta particolarmente soffrendo il caldo. In questi casi, è importante che l’anziano beva molto, anche se non ne ha voglia, per evitare che si verifichino ulteriori complicazioni. Ovviamente, per le questioni più gravi è preferibile richiedere l’intervento del 118 o chiamare un numero specifico messo a disposizione dal comune di appartenenza.
Cosa consiglia a chi resta in città?
D’estate, soprattutto ad agosto, la Capitale si svuota. A restare in città sono soprattutto gli ultraottantenni, gli anziani soli o malati. La città diventa il luogo più insicuro per queste persone che sono difficilmente controllabili. L’ideale sarebbe che tutti avessero la possibilità di trascorrere parte delle vacanze al mare o in zone termali o collinari dove il caldo è meno fastidioso. Ma per chi resta a casa, un condizionatore potrebbe sicuramente allietare le giornate più “infernali” e favorire la deumidificazione dell’ambiente. L’importante, però, è evitare gli sbalzi eccessivi di temperatura e controllare i filtri in cui spesso si annidano germi particolari. Soprattutto è indispensabile che queste persone non vengano lasciate sole e che, in caso non abbiano familiari che possano occuparsi di loro, il comune e le associazioni di volontariato provvedano alla loro salute, alla loro alimentazione e al loro benessere psico-fisico.
15 luglio 2009
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