venerdì 12 settembre 2008

Pensieri in corsa

Leggete il mio racconto Pensieri in corsa con cui ho partecipato alla VI edizione di Parole in corsa. 90 righe per uscire dall'anonimato (Roma).

Buona lettura e attendo i vostri commenti!

Pensieri in corsa

di Giorgia Gazzetti

Sono viva. Il mio cuore batte, la pelle respira. Il mio corpo fluttua nel mondo. Lo sguardo, quasi assente, si posa sulle bellezze di Roma. L’autobus si ferma lungo via XX settembre . Il semaforo è rosso. Distrattamente, fisso un cartellone alla mia sinistra e con le labbra leggo: “Gay Village. Dal 20 giugno al 30 settembre a Roma Parco del Ninfeo- zona Eur. Straordinaria normalità”. Sono stanca. Fa caldo. Nonostante siano già le sette del pomeriggio. L’estate è arrivata, seppure in ritardo. Quello slogan risveglia la mia vivacità, la mia voglia di riflettere e di pormi domande. Una provocazione che merita di essere colta. Cosa significa straordinaria normalità? E chi sono i normali in una società dai mille colori, suoni, odori e volti? Essere se stessi accettando l’altro, non porre distanze, essere liberi dai pregiudizi, rispettare le diversità, aprirsi al confronto, al dialogo e alla mediazione rende normali? O sono proprio questi i diversi che la società del terzo millennio emargina ai confini della realtà? Il semaforo è verde. Finalmente sono a Termini. Il mio unico pensiero, adesso, è prendere la metro. Linea A. Trovare un posto per sedermi sperando che non ci sia nessun vecchietto cui cedere il sedile. Spero che la metro sia semivuota, fresca e mi conduca velocemente a casa. Sono stanca ma sono viva. Ho un’immagine costante che affolla la mia mente. Lo sguardo assente di una compagna di classe che non c’è più. Un’amica dei tempi della scuola. Solo un ricordo, ormai. Si è tolta la vita qualche settimana fa. Continuo incessantemente a ripetermi: “Perché? Come ha potuto?”. Ha rinunciato alla sua vita. Al suo futuro, ai suoi affetti, a se stessa. Non ce l’ha fatta. Era una ragazza normale. Intelligente. E amata. Ma non è servito a niente. E allora è sufficiente essere normali per vivere? Io sono viva. Me lo ha ricordato lei, con il suo gesto folle e disperato. Nessuno ha il diritto di giudicarla. Amo la mia vita e sono fortunata. Perché mi sento una persona normale ma anche diversa. È forse questo il segreto della felicità?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bello! Immediato, si entra subito nell'atmosfera che vuoi ricreare, mi sembra quasi di sentire sia il caldo che la stanchezza!

La "normalità"! E chi può dire cosa sia? Forse è solo il mantenersi in equilibrio su di una linea sottile.

Complimenti per il racconto e per il pensiero che hai rivolto alla nostra amica ormai altrove...
Lisa