giovedì 15 maggio 2008

Ciociaria sconosciuta

Segnalo il libro Ciociaria sconosciuta di Gabriele Santulli di cui riporto, di seguito, un estratto pubblicato sul sito http://www.menteantica.it/commenti1.htm.

Buona lettura!


Qui, in Ciociaria, fino ai nostri giorni, sono nati poeti, filosofi, imperatori, pittori, scultori, compositori, matematici, missionari, esploratori, astronomi, santi, papi e cardinali, martiri per la patria e martiri per le proprie idee, attori e registi, briganti, professori universitari, scrittori …. e poi archeologi insigni, giudici, uomini politici. Non è da credere però che la Ciociaria abbia avuto da dare solo nel suo lungo passato. Infatti anche oggi questa Terra possiede le medesime capacità in tutti i comparti dell'attività umana. Non voglio mettere uno appresso all'altro una fila lunghissima di nomi di ciociari, voglio attirare, invece, l'attenzione su altre realtà, fondamentali, che esistono e operano in questa Terra e che normalmente vengono passate sotto silenzio. Sto pensando a quell' imprenditore che pur nell'atmosfera culturalmente mai stimolante di questa Terra ha saputo dare anche lui un contributo di grande rilevanza al progresso e alla civiltà in Ciociaria.
Alludo cioè a quel ciociaro che già qualche decennio addietro con grande audacia e fiducia realizzò un'opera che letteralmente proiettò d'un balzo la Ciociaria nel futuro facendo innalzare al cielo quel grattacielo Edera a Frosinone che rappresentò all'epoca l'iniziativa imprenditoriale privata certamente più all'avanguardia nell'edilizia di tutta l'Italia Centro-Meridionale. E che dire di quell'altro ciociaro di Arce, che è riuscito a creare dal nulla in pochi decenni una impresa di autotrasporti statisticamente la più importante e più ricca di veicoli non solo dell'Italia ma di tutta l'Europa! Pochi sanno che la quasi totalità di quei palloncini multicolori che vediamo nelle mani dei bambini o librarsi nell'aria in occasione di manifestazioni e celebrazioni non solo in Italia ma in tutta l'Europa, all'Est come all'Ovest, vengono prodotti in quantità incredibili in un paesino della Ciociaria (Casalvieri), come pure che a Cassino vengono allestiti tutti quei furgonati pesanti con la scritta 'Miele' che vediamo continuamente sulle autostrade italiane e transalpine e altresì che tutti i componenti plastici della maggior parte dei motorini e ciclomotori che circolano sulle strade delle città italiane e nel mondo sono prodotti da intraprendenti ciociari di un paesino presso Frosinone. Come pure pochi sanno che in Ciociaria vengono prodotti quei carrelli portavivande per aerei di cui sono dotate quasi tutte le compagnie del mondo e che altresì sempre in Ciociaria viene prodotto una marca di detersivo che entra nelle case di tutta l'Europa. Si ignora che il tonnellaggio di merci autotrasportate dalle sole aziende di trasporto ciociare è al primo o al secondo posto in Europa! Si ignora che a Sora lavora e ricerca da anni e anni una azienda che realizza su ordinazione, letteralmente per tutto il mondo, macchine cartotecniche le più sofisticate e le più tecnologicamente all'avanguardia grazie alle loro prestazioni eccezionali. Tra queste aziende ciociare sempre attive, di chiaro respiro nazionale, va annoverata la antica cartiera Francescantonio Cerrone già Pelagalli di Aquino che per molti anni, a partire dalle sue origini, verso la fine del 1800, produsse la famosa "carta paglia" che i nostri genitori ben ricordano e che naturalmente da anni ha diversificato la sua produzione adeguandosi alle richieste di tutto il Paese; come pure quella vecchia azienda di Ceccano (ormai scomparsa) il cui marchio, "Scala: salire sempre!" per i propri saponi, era uno slogan familiare in tutta Italia.Realtà straordinarie dunque, fiori all'occhiello di qualsiasi società umana proiettata nel futuro, da noi invece quasi sconosciute ed ignorate, momenti di riflessione e di educazione e di emulazione nonché di stimoli incomparabili. Ma chi di dovere e che ha amministrato questa provincia, ieri e oggi, a tutti i livelli, non è stato in grado né di valorizzare né tanto meno di coinvolgere e di stimolare in un impegno anche sociale e culturale poiché questi uomini - gli imprenditori - sarebbero stati e sarebbero tuttora - ecco un auspicio - in grado, intellettualmente ed eticamente, più di molti altri, di offrire un contributo valido anche alla crescita intellettuale e culturale e sicuramente anche imprenditoriale nonché politica della Ciociaria. Invece nulla. Totale abbandono: isole di efficienza e di intraprendenza in un deserto di lassismo e di arrembaggismo e di automozzicarsi la coda. La stessa avulsione dal territorio dal punto di vista di un coinvolgimento e di una partecipazione alla promozione culturale, sociale e artistica sicuramente possibili e realistici a vantaggio della collettività va rilevata per altre fondamentali realtà industriali di affiato e di impegno europei che operano da parecchi decenni in questa Terra. Cioè quello ciociaro è sicuramente - anche questa un'altra realtà completamente sconosciuta e ignorata - l'agglomerato industriale più proiettato nel futuro e più avanzato del Centro Sud, malgrado la consueta ipoteca della cronica mancanza di servizi e della farraginosità e arretratezza della burocrazia statale. Ed è sempre il solito malefico filo che percorre anche queste rilevanti realtà e che contraddistingue da sempre le Pubbliche Istituzioni della Ciociaria: l'incapacità cronica, la cecità assoluta nei confronti di una gestione mirata e programmata sia del territorio in generale sia delle risorse presenti. Ma più di tutto far conoscere la Ciociaria ai giovani, nelle scuole.E poi tanti emigranti, molti dei quali battevano le vie del mondo fino alle regioni più remote d'Europa, con l'organetto o con il piffero e la zampogna o col pappagallo e la 'fortuna': e non pochi hanno avuto grande successo, qualcuno addirittura mondiale. E per soffermarci ancora in quest'ambito di operosità e di spirito imprenditoriale che ha da sempre caratterizzato la gente ciociara, è sicuramente fonte ulteriore di grande stimolo ricordare che è qui da noi che per la prima volta - e lo si è dimenticato - nella storia dell'uomo, quindici secoli fa, è stata proclamata la sacralità del lavoro, come attività scelta e consapevole che contraddistingue la esistenza dell'uomo, che non solo procura i mezzi della sussistenza fisica ma che altresì è atta ad educare ed elevare il nostro spirito e la nostra umanità. Era uno dei punti cardine della 'Regola' benedettina al quale non era pensabile venir meno, per nessuno.Il ruolo determinante e fondamentale non solo della preghiera ma anche, sullo stesso piano, del lavoro e dello studio, che nel 1800 un esegeta di grande abilità dialettica e linguistica sintetizzò nel celebre precetto: "ora et labora et lege". E se si cerca di tenere a mente l'epoca in cui tale apologia del lavoro fu formulata da San Benedetto, allora se ne potrà comprendere anche la carica dirompente e perfino rivoluzionaria. Venivano, infatti, scardinati di un colpo secoli di schiavitù e di decadenza e veniva aperta una nuova strada. E' stata la prima volta nella storia dell'umanità che il concetto di ‘lavoro’ e di 'attività' è stato compreso nelle sue implicazioni più profonde nonché realistiche. Il lavoro non fu più una maledizione né tanto meno un segno di servaggio. Bensì un obbligo e un dovere, etici.E il Mondo Occidentale è debitore enormemente all'umile monaco di Montecassino. Infatti questo nuovo vangelo, a seguito della diffusione della Regola Benedettina letteralmente in tutta Europa sulle orme del Monachesimo, è potuto diventare gradualmente patrimonio culturale e intellettuale del Mondo Occidentale ed avviarne cosi lo sviluppo e il progresso. Sicuramente il destino della umanità sarebbe stato notevolmente diverso se essa non avesse tratto insegnamento e guida da questo precetto. Ed è stato bello apprendere che tale rivoluzionario ammaestramento venuto da questo monte della Ciociaria non è caduto nel vuoto qui da noi poiché i padri costituenti hanno recepito tale concetto del lavoro ponendolo perfino a caposaldo e a paradigma della nostra Carta Costituzionale.Inoltre la fatalità, una fortunata concomitanza della Storia, ha voluto che, di nuovo, a Cassino, molti secoli dopo San Benedetto, avesse i natali anche il filosofo Antonio Labriola il quale, attraverso un processo ermeneutico di straordinaria sottigliezza e acume, pervenne a circoscrivere anche lui il ruolo esistenziale primordiale, di questa attività umana con parole altrettanto fondamentali: "dal lavoro, che è un conoscere operando, al conoscere come astratta teoria; e non da questa a quello". Oppure: "dalla vita (=lavoro) al pensiero e non già dal pensiero alla vita: ecco il processo realistico". "L’uomo fa se stesso, il suo mondo, la sua conoscenza, la sua felicità: tutto quello che egli è come uomo, è opera sua".

Michele Santulli

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