di Gabriele Cereda
La Repubblica, 15 dicembre 2008
Da alcuni mesi sono ai limiti della sussistenza le condizioni di vita dei reclusi di San Vittore. Tornato ai livelli pre-indulto, con una popolazione carceraria di 1.400 detenuti. E i generi di prima necessità scarseggiano.
A digiuno. Senza carta igienica. Privi di sapone per lavarsi. Da alcuni mesi sono queste le condizioni di vita dei reclusi di San Vittore. Tornato ai livelli pre-indulto, con una popolazione carceraria di 1.400 detenuti. Ben oltre la soglia di tollerabilità, fissata a quota 800. Nel frattempo, la crisi è arrivata anche dietro le sbarre. I generi di prima necessità scarseggiano. "Da troppo tempo", racconta un volontario dell’associazione Antigone, per i diritti e le garanzie nel sistema penale. I pasti, per cui sono stanziati 2 euro e 95 centesimi, sono insufficienti a soddisfare il fabbisogno della popolazione carceraria. È sempre maggiore il numero dei detenuti che non riesce ad accedere al soppravvitto, cioè i beni supplementari che i reclusi possono acquistare nello spaccio del carcere con il proprio denaro.
A San Vittore, il listino dei beni alimentari è calcolato sulla base dei prezzi dei supermercati del centro. Troppo alti, quindi, per una fetta sempre più grande di detenuti, la maggior parte dei quali extracomunitari. Dallo scorso luglio, spesso è capitato che i carcerati delle ultime celle rimanessero a bocca asciutta o che si siano dovuti accontentare degli avanzi. "In alcune sezioni del sesto raggio, su 140 detenuti si è riusciti a garantire il pasto a 90", precisa Giorgio Bertazzini, garante dei detenuti della provincia di Milano. "L’emergenza è stata mitigata con l’intervento di alcune associazioni di volontariato, che hanno fornito all’istituto il necessario", replica la direttrice Gloria Manzelli.
Le cose non sono destinate a migliorare. Nella Finanziaria 2009 sono previsti 133 milioni di euro di tagli per il Dipartimento di amministrazione penitenziaria. Per ora, le emergenze si affrontano con l’aiuto delle associazioni. Da sola, la banca telematica di solidarietà, da giugno a questa settimana, ha consegnato oltre 400 chili di pacchi alimentari e migliaia di rotoli di carta igienica. "C’è una facciata di progettazione, penso al cd prodotto dai reclusi, che nasconde una situazione drammatica - puntualizza Francesca Corso, assessore provinciale per l’Integrazione dei detenuti - Occorre convocare un tavolo istituzionale per fronteggiare quest’emergenza".
La Repubblica, 15 dicembre 2008
Da alcuni mesi sono ai limiti della sussistenza le condizioni di vita dei reclusi di San Vittore. Tornato ai livelli pre-indulto, con una popolazione carceraria di 1.400 detenuti. E i generi di prima necessità scarseggiano.
A digiuno. Senza carta igienica. Privi di sapone per lavarsi. Da alcuni mesi sono queste le condizioni di vita dei reclusi di San Vittore. Tornato ai livelli pre-indulto, con una popolazione carceraria di 1.400 detenuti. Ben oltre la soglia di tollerabilità, fissata a quota 800. Nel frattempo, la crisi è arrivata anche dietro le sbarre. I generi di prima necessità scarseggiano. "Da troppo tempo", racconta un volontario dell’associazione Antigone, per i diritti e le garanzie nel sistema penale. I pasti, per cui sono stanziati 2 euro e 95 centesimi, sono insufficienti a soddisfare il fabbisogno della popolazione carceraria. È sempre maggiore il numero dei detenuti che non riesce ad accedere al soppravvitto, cioè i beni supplementari che i reclusi possono acquistare nello spaccio del carcere con il proprio denaro.
A San Vittore, il listino dei beni alimentari è calcolato sulla base dei prezzi dei supermercati del centro. Troppo alti, quindi, per una fetta sempre più grande di detenuti, la maggior parte dei quali extracomunitari. Dallo scorso luglio, spesso è capitato che i carcerati delle ultime celle rimanessero a bocca asciutta o che si siano dovuti accontentare degli avanzi. "In alcune sezioni del sesto raggio, su 140 detenuti si è riusciti a garantire il pasto a 90", precisa Giorgio Bertazzini, garante dei detenuti della provincia di Milano. "L’emergenza è stata mitigata con l’intervento di alcune associazioni di volontariato, che hanno fornito all’istituto il necessario", replica la direttrice Gloria Manzelli.
Le cose non sono destinate a migliorare. Nella Finanziaria 2009 sono previsti 133 milioni di euro di tagli per il Dipartimento di amministrazione penitenziaria. Per ora, le emergenze si affrontano con l’aiuto delle associazioni. Da sola, la banca telematica di solidarietà, da giugno a questa settimana, ha consegnato oltre 400 chili di pacchi alimentari e migliaia di rotoli di carta igienica. "C’è una facciata di progettazione, penso al cd prodotto dai reclusi, che nasconde una situazione drammatica - puntualizza Francesca Corso, assessore provinciale per l’Integrazione dei detenuti - Occorre convocare un tavolo istituzionale per fronteggiare quest’emergenza".
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