È stato definito la rivoluzione elettronica del 2007. Ma l’e-newspaper o giornale elettronico è ancora un fenomeno di nicchia.
Infatti sono in pochi ad averlo e, forse, anche a conoscerlo. Gli stessi quotidiani lo hanno scarsamente pubblicizzato. Navigando nell’infinito mare del world wide web e mettendo insieme le varie notizie reperibili nei siti e nei blog, il risultato è relativamente positivo.
Il limite più grande per un comune cyber-nauta consiste sia nell’impossibilità di verificare personalmente pregi e difetti del giornale elettronico sia nella difficoltà a conoscere i dati relativi al successo dell’e-newspaper in base alle vendite, all’usabilità, alla praticità e all’innovazione del nuovo media.
Eppure l'e-newspaper esiste.
Gli specialisti del settore studiano le sue potenzialità e i suoi limiti già da diversi anni per prevedere e valutare il suo impatto nel mercato.
Sono dunque necessari due diversi approfondimenti per comprendere le dimensioni di un fenomeno che, ben presto, potrebbe diventare di massa:
• il primo riguarda la portata dell’innovazione tecnologica cui si è giunti grazie all’invenzione e alla realizzazione dell’inchiostro elettronico e del lettore portatile da cui è possibile scaricare, anche in modalità wireless, quotidiani, libri, riviste e notizie dal web continuamente aggiornabili e in mobilità;
• il secondo riguarda una rapida analisi sia dei vantaggi e degli svantaggi del giornale elettronico rispetto alla carta stampata, sia un’analisi di come cambierebbe il modo di fare informazione e di fruirne.
Ma allora quando e come nasce l’idea di un giornale elettronico?
Il progetto, denominato “Fishwrap” , cioè cartoccio del pesce, nasce nel 1993. Secondo Walter Bender, uno dei suoi maggiori ideatori:
Fishwrap fornisce ai lettori una finestra egocentrica sugli affari del mondo.
Infatti sono in pochi ad averlo e, forse, anche a conoscerlo. Gli stessi quotidiani lo hanno scarsamente pubblicizzato. Navigando nell’infinito mare del world wide web e mettendo insieme le varie notizie reperibili nei siti e nei blog, il risultato è relativamente positivo.
Il limite più grande per un comune cyber-nauta consiste sia nell’impossibilità di verificare personalmente pregi e difetti del giornale elettronico sia nella difficoltà a conoscere i dati relativi al successo dell’e-newspaper in base alle vendite, all’usabilità, alla praticità e all’innovazione del nuovo media.
Eppure l'e-newspaper esiste.
Gli specialisti del settore studiano le sue potenzialità e i suoi limiti già da diversi anni per prevedere e valutare il suo impatto nel mercato.
Sono dunque necessari due diversi approfondimenti per comprendere le dimensioni di un fenomeno che, ben presto, potrebbe diventare di massa:
• il primo riguarda la portata dell’innovazione tecnologica cui si è giunti grazie all’invenzione e alla realizzazione dell’inchiostro elettronico e del lettore portatile da cui è possibile scaricare, anche in modalità wireless, quotidiani, libri, riviste e notizie dal web continuamente aggiornabili e in mobilità;
• il secondo riguarda una rapida analisi sia dei vantaggi e degli svantaggi del giornale elettronico rispetto alla carta stampata, sia un’analisi di come cambierebbe il modo di fare informazione e di fruirne.
Ma allora quando e come nasce l’idea di un giornale elettronico?
Il progetto, denominato “Fishwrap” , cioè cartoccio del pesce, nasce nel 1993. Secondo Walter Bender, uno dei suoi maggiori ideatori:
Fishwrap fornisce ai lettori una finestra egocentrica sugli affari del mondo.
L’idea del consorzio di ricerca “News in the future” del MIT Medialab di Cambridge Massachusetts, appoggiata e sostenuta economicamente da diversi editori/sponsor americani ed europei (tra cui ABC, Gannett Co., Hearst Corporation, IBM, Knight-Ridder, McCann-Erickson, NYTimes/Globe, Times Mirror Company e il Gruppo L'Espresso tra i pochi partner europei), era, inizialmente, quella di creare un sistema per l'informazione personalizzata, nella quale l'utente potesse scegliere di costruire il proprio bouquet di fonti di informazione in un ambiente integrato sia dal punto di vista grafico che sistemistico.
Ma fu solo grazie alla passione e all’intuizione del fisico latinista, Joe Jacobson, che nel 1996 aveva ideato l’inchiostro elettronico (il cartoccio non fu mai prodotto perché mancavano alcuni passaggi di programmazione e tecnologia venuti dopo, con il famoso web 2.0 ) che fu possibile, nel 2000, la progettazione del giornale elettronico.
Così diverse aziende, cioè diverse venture capitalist decisero di credere in quell’idea e di investire il proprio denaro su un “modellino fatto con pochi fili e due pezzi di lego”.
Già negli anni precedenti, ascoltando le presentazioni teoriche, persuasive e quasi profetiche del suo inventore, Joe Jacobson, sembrava davvero che una micro- particella si polarizzasse sul nero e una sul bianco e si formasse una lettera dell'alfabeto.
L’idea di Jacobson diventò una start up quando il presidente del Medialab, Nicholas Negroponte, inviò una lettera a tutti gli sponsor del laboratorio per comunicare che quella intuizione necessitava di finanziatori.
A questo punto sorge spontanea una domanda.
Perché un’azienda decide di investire il proprio capitale su un modellino che sembra più una costruzione della lego che un affidabile e innovativo dispositivo elettronico?
Perché non c’è grande successo del web che non sia nato da un potenziale rischio da parte di qualcuno che crede e investe dei soldi in un progetto .
Durante le sessioni al Medialab, il modellino prendeva forma grazie alla ricchezza delle idee messe insieme e alla tensione progettuale dei partecipanti motivati a portare il prodotto giornale non solo in un nuovo corpo, ma ad una nuova vita e a un nuovo pubblico.
Durante la fase progettuale, il giornale elettronico era considerato una assoluta novità nel campo dei media perché avrebbe sconvolto l’intero settore delle comunicazioni, il modo di fare notizia e di fruirne. Grazie all’invenzione di un lettore portatile, l’utente avrebbe potuto scaricare dalla rete le edizioni complete e continuamente aggiornabili di un giornale e visionarlo su speciali schermi digitali in grado di essere piegati e infilati in tasca.
E tutto questo avveniva quasi contemporaneamente ad un’altra importante rivoluzione: la versione elettronica o on line delle più importanti testate giornalistiche italiane. Dopo i primi importanti esperimenti a metà anni '90 dell’Unità e dell’Unione Sarda, La Repubblica fu il primo quotidiano a poter essere cliccato, oltre che sfogliato. In occasione dei 10 anni di Repubblica.it, nata il 14 gennaio 1997, il direttore de La Repubblica, Ezio Mauro, nel suo editoriale festeggia così il successo del sito, tra i più visitati:
Guidata dalla sua spinta naturale per il cambiamento e per l'innovazione, Repubblica dieci anni fa ha attraversato per prima tra i giornali italiani la frontiera di Internet. Un obbligo di modernità, una scelta di sperimentazione, alla ricerca del nuovo, là dove si forma nell'ultimo rivoluzionario incontro tra l'informazione e la tecnologia. Repubblica.it è un sito informativo con l'imprinting e l'identità del nostro giornale, che rappresentava una novità assoluta per il panorama italiano e che funzionò da apripista per tutti gli altri quotidiani, pur essendo appena un embrione delle potenzialità immense di internet [...] Per Repubblica, il sito è un giornale nel giornale, che nasce prima del quotidiano e dura dopo, e ha la dimensione e la potenza universale del web, portando in quel mondo un modo di essere e un criterio di lettura, una dimensione culturale tipiche del nostro.
Gli editori della carta stampata, puntando sulla novità delle pagine on line, ricche di contenuti, di approfondimenti (anche attraverso immagini e inchieste-video) e di aggiornamenti hanno tentato di conquistare potenziali lettori, già cyber-nauti, che non avrebbero mai acquistato un giornale in edicola ma che, forse, avrebbero iniziato a leggere e ad informarsi grazie alle news on line.
A questo proposito sono due le considerazioni da fare.
È soltanto grazie al fenomeno dei quotidiani free-press, in netta crescita negli ultimi anni, che i dati sulla lettura sono maggiormente positivi nel 2005. Secondo AUDIPRESS, infatti, in questo anno sono stati registrati 21,4 milioni di lettori nel giorno medio con un incremento del 3,6% rispetto al 2004 e del 7% rispetto al 2001. Grazie all’ingresso approvato nel 2005 in AUDIPRESS, dalla primavera 2006, dei tre maggiori quotidiani free (Metro, City e Leggo) l’aumento dei lettori è ancora maggiore .
A conferma di questa tendenza positiva, le rilevazioni AUDIPRESS 2007. Su una popolazione di 51.042 milioni di persone sono stati registrati, tra l’autunno 2006 e la primavera 2007, 22.487 milioni di lettori di quotidiani, di cui 13.461 uomini e 9.026 donne.
Un ulteriore incremento del 5% rispetto al 2005. È innegabile, dunque, che la penetrazione dei tre principali quotidiani free-press stia influendo positivamente sull’incremento della lettura in Italia. City, Leggo e Metro hanno registrato rispettivamente: 1.733, 2.031, 1.688 milioni di lettori nel giorno medio .
In secondo luogo, poiché l’Italia si attesta, da tempo, nella parte bassa della classifica dei paesi con più elevato consumo di quotidiani con 100 copie per abitante (dopo Francia, Germania, Inghilterra, Norvegia e Giappone), il quotidiano on line è l’ennesimo tentativo (come il fenomeno dei collaterali, ormai in flessione) di fidelizzare nuovi lettori affascinati dal mondo inesplorato di internet e dalla novità di contenuti personalizzati, multimediali e interattivi.
Ma come ha affermato Ezio Mauro su Repubblica Tv:
Né io né nessuno, qui, abbiamo mai considerato internet un concorrente della carta stampata [...] è un qualcosa di importantissimo che si prende dei lettori che non si sono avvicinati al giornale di carta [...] in futuro la compenetrazione dei due giornali dovrà essere ancora più forte.
Il fondatore de La Repubblica, Eugenio Scalfari, in occasione del decennale di Repubblica.it ha dichiarato:
La comunicazione del futuro tenderà a sostituire il supporto cartaceo con le tecnologie informatiche e televisive. Dobbiamo compiere questo addestramento sotto gli occhi dei nostri lettori confrontando quotidianamente la nostra sperimentazione con le loro reazioni, i loro giudizi, i loro suggerimenti: l'obiettivo fu quello di creare un nuovo tipo di giornale che affiancasse ed innovasse quello nato esattamente 21 anni prima, sullo stampo dell'informazione cartacea tradizionale, il 14 Gennaio 1976 .
E infatti La Repubblica non si è fermata solo alla realizzazione di un giornale on line. Come già anticipato, anche il Gruppo L’Espresso investì nel progetto del giornale elettronico e nel 2006, a otto anni dalla prima demo, ha avviato la sperimentazione di quel prodotto, l’iLiad, frutto del salto nel buio iniziale.
Grazie ad un accordo siglato tra l’olandese iRex Technologies, società posseduta da Philips, e il
Gruppo L’Espresso, a partire dal luglio 2006, il quotidiano ha iniziato un test su 300 utenti per sperimentare (si tratta del primo caso in Italia) la lettura elettronica del giornale grazie al lettore iRex iLiad, basato sulla tecnologia dell’inchiostro digitale .
Con un semplice click i tester possono scaricare, tramite wi-fi o cavo, l’ultimo numero di Repubblica. La memoria del lettore (capacità di 224Mb di memoria, 64Mb di RAM), estendibile, consente di conservare fino a 30 copie.
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Appena nuovi giornali verranno distribuiti con eguale tecnologia il lettore sarà in grado di scaricarli e metterli a disposizione allo stesso modo.
Queste alcune delle caratteristiche più rivoluzionarie sottolineate da Repubblica: il processore Intel, le dimensioni di un quaderno, lo spessore di una custodia per Dvd e un peso di soli 300 grammi; lo schermo, per il momento, non molto grande (12 x 16 cm), in bianco e nero (16 tonalità di grigio).
Quello che impressiona di più è la nitidezza dell'immagine: nessuna foto mossa, visibilità perfetta sotto qualsiasi angolazione, anche in pieno sole, un contrasto migliore di quello della normale carta da quotidiano. Basso consumo (durata delle batterie per oltre una settimana, a tre ore canoniche d'uso al giorno, prima di dover ricaricare l'apparecchio), maneggevolezza, usabilità e grande portata innovativa sono gli ulteriori vantaggi che potrebbero spingere il Gruppo L’Espresso ad adottare il dispositivo iLiad in futuro . Decisivi, ovviamente, anche i risultati del test di cui non c’è ancora traccia, nemmeno virtuale.
Comunque se il prototipo avrà successo, si prospettano ulteriori sviluppi del dispositivo: schermo più grande, uso del colore e possibilità di arrotolare l’iLiad come un giornale cartaceo.
Un modello di business, già ipotizzato, per decretare il successo del giornale elettronico, potrebbe svilupparsi attorno all'omaggio del dispositivo per gli utenti che decidano di abbonarsi ai giornali aderenti al progetto. I relativi dati degli abbonati potrebbero anche aiutare i distributori a migliorare il taglio pubblicitario dei giornali elettronici.
L’ipotesi diventerà fattibile non appena i costi di produzione scenderanno sotto una soglia critica raggiungibile grazie alle ovvie economie di scala ancora da maturare.
Ad esempio il costo dell’iLiad, acquistabile in Europa dal 30 giugno 2006, inizialmente solo da altre aziende per personalizzarlo e creare e-reader di varie forme e dimensioni , e da più di sei mesi disponibile in Italia, dovrebbe aggirarsi intorno ai 650 euro: prezzo ancora poco competitivo per una ampia diffusione di massa del dispositivo stesso. Invece il nuovo dispositivo della Sony costerà tra i 300 e i 400 dollari.
La sperimentazione è in atto anche in Belgio per il quotidiano "De Tijd" e negli Stati Uniti i primi grandi nomi impegnati nel progetto pilota dovrebbero essere New York Times, San Francisco Chronicle e Houston Chronicle.
Ma che cosa è l’e-ink?
Nata nel 1996 da Joe Jacobson, fondatore della società E-Ink, è la tecnologia di display disegnata per imitare l’aspetto dell’inchiostro su un foglio di carta. A differenza di un normale display, che usa una luce retroattiva per illuminare i pixel, l’e-paper riflette la luce proprio come un normale giornale. La società produce, quindi, dei fogli contenenti delle piccole capsule che proiettano bianco e nero a seconda della corrente elettrica che attraversa il dispositivo .
Gli ultimi modelli di e-paper applicano i fogli di E-Ink sopra delle tavolette di transistor di vetro o piani rigidi. Ma Sony e iRex lanceranno sul mercato nuovi lettori tascabili dotati di schermi pieghevoli facendo uso di una tecnologia di E Ink, progettata dal Media Lab del Massachussetts Institute of Technology e tra i cui investitori sono compresi Hearst, Philips, McClatchy, Motorola e Intel.
Invece sull’idea di sviluppare pagine flessibili di plastica sta lavorando la britannica Plastic Logic Ltd; mentre Xerox e Hewlett-Packard stanno studiando dei metodi per sviluppare delle superfici piane non solo flessibili ma anche economiche, per consentire agli editori di lanciare sul mercato questo tipo di dispositivi.
Ma la questione, come ha giustamente affermato Antonio Tombolino, fondatore della Simplicissimus Book Farm SRL, nata a giugno 2006, non è se Amazon Kindle (Figura 3),in commercio da pochi mesi, o iRex iLiad, o Bookeen Cybook Gen3, o Sony Portable Reader , o qualcuno dei futuri devices, abbia adottato il modello di business vincente; infatti il fondatore della SBF ritiene che la vera questione riguardi la tecnologia alla base di tutti i nuovi lettori e si domanda:
È davvero la tecnologia e-Ink un punto di svolta tale da innescare sul serio una inversione di tendenza, tale da accelerare fortemente e in maniera irreversibile l’adozione di un nuovo modo di leggere e di scrivere?
Chiunque abbia avuto l’opportunità di vederla in azione, su uno qualsiasi dei dispositivi già in commercio, non può che rispondere sì, su questo non si discute: la resa visiva è rivoluzionaria e stupefacente. Anche i più scettici e feticisti adoratori della carta stampata, posti davanti ad un iLiad, hanno dovuto riconoscere che si legge che è una meraviglia .
Risolto, dunque, al momento, il problema di chi vincerà tra i competitors ( al momento infatti più che di concorrenza si potrebbe parlare di alleati che, in un mercato nascente, tentano di dare forza e slancio al prodotto in sé), bisogna snocciolare un’altra questione, posta all’attenzione anche da Tombolino.
Mi riferisco all’effetto- Kindle. iLiad è sul mercato da più di un anno e nessun organo di stampa ne ha mai parlato. Invece l’uscita sul mercato di Kindle, grazie alla forza mediatica scatenata da Amazon, ha persino suscitato l’interesse della stampa italiana nei confronti dell’inchiostro digitale e dei dispositivi che utilizzano questa tecnologia.
Conseguenza? Una serie di valutazioni, soprattutto negative, su questi inesplorati lettori portatili da parte della stampa: costano troppo, sono privi di contenuti, specialmente in italiano, e anche non tanto belli esteticamente.
Eppure l’e-book e l’e-newspaper sono destinati ad integrarsi nella vita quotidiana di molti di noi, sicuramente non appena i costi si saranno abbassati, quando la tecnologia sarà in grado di migliorare ulteriormente le prestazioni di questi dispositivi e sarà superato il limite del Digital Right Management grazie all’apertura degli editori e degli autori. Va assolutamente in direzione opposta la nuova legge italiana sul diritto d’autore e la SIAE votata tra la notte del 21 e del 22 dicembre 2007.
Infatti la Legge definita “Disposizioni concernenti la Società italiana degli autori ed editori (SIAE)”, da tempo all’esame del Parlamento e della Commissione Cultura, prevede importanti novità per l'organizzazione dei produttori di contenuti ma soprattutto introduce il comma 1-bis. Esso stabilisce per legge che tutte le opere di valore culturale riprodotte in rete debbano essere degradate rispetto all'originale, rimandando a non meglio precisati limiti il compito di stabilire in dettaglio cosa tale degrado preveda ai fini pratici .
Ma il giornale elettronico rappresenta una minaccia per il modello tradizionale del giornale cartaceo?
La risposta immediata è no . E per ovvie ragioni. Finora ogni nuova tecnologia e media introdotti hanno sempre, o quasi, favorito processi di ammodernamento e di integrazione con gli altri mezzi di comunicazione di massa.
Il giornale elettronico non è altro che un nuovo colpo di pennello che si aggiunge al grande quadro delle rivoluzioni umane. È già in atto, pertanto, un nuovo modo di fare giornalismo, di comunicare e di fruire di quotidiani, libri e notizie elettroniche.
In primo luogo, la possibilità di essere sempre e ovunque aggiornati porterà il giornalista a fornire contenuti sempre più dettagliati, specifici, personalizzati in base all’utente cui sono indirizzati.
Cambiando i presupposti temporali, spaziali e materiali e ribaltandosi i presupposti tipici di attività e di passività di chi fa e di chi riceve notizie, il cyber- lettore e il cyber- giornalista dovranno ulteriormente essere in grado di muoversi tra testo scritto, immagine e suono.
Velocità, multimedialità, personalizzazione, interattività sono le parole chiave del presente e del futuro nel mondo della comunicazione.
L’affermazione dell’e-newspaper favorirà, inoltre, la riduzione dell’uso della carta che oggi costituisce il maggior costo per le imprese editoriali. Si ridurranno, oltre modo, le spese di distribuzione e si utilizzeranno sempre più archivi, magazzini e biblioteche elettroniche.
Tutto questo non senza implicazioni. Sia all’operatore del settore che all’utente sarà richiesta una preparazione informatica sempre più specifica. Edicole e librerie dovranno fornire servizi al passo con le nuove tecnologie, adattandosi alle esigenze dei lettori, che si spera, continuino ad aumentare.
In una prospettiva a breve termine, probabilmente, continueremo a sfogliare il giornale cartaceo solo quando ritmi più lenti lo consentiranno e a collegarci al resto del mondo con un solo click durante le ore frenetiche di una giornata composta da sole 24 ore.
Non appena gran parte dei locali e mezzi pubblici, tra cui stazioni dei treni e metropolitane, aeroporti, scuole, biblioteche, caffè, centri commerciali, parchi, autobus disporranno di una connessione wireless, il giornale elettronico entrerà a far parte dei cosiddetti new media di massa, ormai indispensabili per la vita sociale e lavorativa di ognuno di noi.
Non è una novità. È già successo per il giornale, per la radio, per la televisione, per il computer, per i telefonini e per internet. E ancora non riusciamo a fare a meno di nessuno di loro.
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NOTE
[1] Riccardo Staglianò, La scelta del termine denuncia subito ironia e una strettoia da superare nella distribuzione tradizionale delle news: «Le notizie di ieri sono buone per avvolgere il pesce di oggi» commentano caustici i caposervizio americani. Fishwrap, carta per il pesce, e' un tentativo di contrastare questo inglorioso destino, un antidoto digitale all’obsolescenza dei fatti raccontati. Parafrasando un proverbio noto, per gli ideatori di questo giornale elettronico personalizzato sembra potersi dire invece che «notizia vecchia fa buon brodo» quando fornisce il contesto per la comprensione della successiva: gli immensi archivi informatici consentono di conservare e riproporre, al momento giusto, gli antefatti utili a capire il presente», Copyright © 1999, http://www.caffeeuropa.it/corso/letture/enewspapers.html
[2] Vittorio Zambardino, iLiad, il giornale elettronico. Quando un sogno prende vita, 29 aprile 2006, http://www.repubblica.it/2005/b/rubriche/scenedigitali/giornale-elettronico/giornale-elettronico.html#
[3] Francesca Medolago Albano, Quotidiani e periodici, p. 103, L’Industria della comunicazione in Italia, Nono Rapporto IEM, Fondazione Rosselli (Istituto di Economia dei Media)
[4] Cifre che non hanno nulla da invidiare con i risultati dei giornali più prestigiosi della stampa nazionale italiana, come La Repubblica e Il Corriere della Sera : 2.944 e 2.615 milioni di lettori nel giorno medio. cfr www.ads.it
[5] Giacomo Dotta, 10 anni di Repubblica.it, 15 gennaio 2007, www.repubblica.it
[6] Giacomo Dotta, La Repubblica, dalla carta all'iLiad, 28 aprile 2006, www.repubblica.it
[7] Massimo Russo, Giornale portatile su un lettore elettronico, 27 aprile 2006, www.repubblica.it
[8] www.wikipedia.it
[9] Kindle è dotato di schermo ad alta risoluzione (6 pollici, 600 x 800 pixel), di connessione Wi-Fi (EVDO) per scaricare libri, riviste e quotidiani dal ''Kindle Store'' senza la necessità di un computer e senza fastidiosi cavi. Consente di scaricare titoli da un archivio di oltre 88mila libri tra i più affermati e di procedere all'acquisto solo dopo averne letto il primo capitolo. Tra i giornali USA, sono invece disponibili The New York Times, Wall Street Journal e Washington Post, mentre tra i magazine figurano TIME, Atlantic Monthly e Forbes. Per quanto riguarda gli altri Paesi, sono già previsti Le Monde, Frankfurter Allgemeine e The Irish Times. http://www.jugo.it/modules.php?name=News&file=article&sid=6941
[10] Mentre Bookeen Cybook Gen3 e Sony Portable Reader sono esclusivamente lettori di e-book, Kindle e iLiad sono veri e propri strumenti di lavoro con cui leggere, scrivere e condividere.
[12] La norma, effettiva dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, recita testualmente: "1-bis. E' consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro. Con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, sentiti il Ministro della pubblica istruzione e il Ministro dell'università e della ricerca, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, sono definiti i limiti all’uso didattico o scientifico di cui al presente comma”. http://www.megalab.it/news.php?id=1955
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